domenica 28 aprile 2013

Milano - Santuario di Sant'Antonio di Padova - L'interno (l'aula, il presbiterio e l'abside).

L'aula. L'interno a nave unica, ma con spazi laterali nati dalla divaricazione dei fianchi a cui si appoggiano tre cappelle per ogni lato, riprende i due ordini della facciata:

  • nel primo, le pareti sono scandite da semicolonne architravate che inquadrano archi su pennacchi e gli spazi sono ornati con angioletti che reggono festoni.
  • nel secondo è stato ricavato un matroneo le cui tribune guardano sull'interno attraverso otto leggere ed eleganti bifore, sormontate da oculi che immettono luce.
     Le decorazioni e le pitture del soffitto, con otto episodi della vita di sant'Antonio si devono al pennello di Attilio Andreoli (1877 - 1950).




     Il presbitero e l'abside. Lo sguardo è subito attratto dalla grande statua di sant'Antonio, posta la centro di quello che era un tempo l'altar maggiore. Quest'ultimo è opera dello scultore Battista De Giorgi, mentre la statua del santo - posto al centro di un tempietto semicircolare e ritratto mentre, poggiato su una nuvola e circondato da dodici angeli, reca tra le braccia il piccolo Gesù - proviene dalla bottega milanese di Giuseppe Nardini.
     Sui lati, due piccole logge poggianti ciascuna su tre possenti colonne (le uniche "intere", nel complesso del santuario) e ornate con trifore che fanno da legame tra i matronei della navata e il deambulatorio absidale. Alle loro estremità, otto statue di santi francescani. A destra: san Bonaventura da Bagnoregio, san Ludovico d'Angiò, san Bernardino da Siena e san Giacomo della Marca. A sinistra: san Pietro d'Alcantara, il beato Benvenuto da Recanati, san Giovanni da Capestrano e san Leonardo da Porto Maurizio. Sono opera dello scultore Angelo Colombo a cui si devono anche le altre ornamentazioni in cemento dell'area presbiteriale.
     I dipinti che ornano la volta e il catino dell'abside - rappresentanti la morte e la glorificazione del santo - sono anch'essi di Attilio Andreoli.
     Nel 1971, per adeguare lo spazio celebrativo alle norme liturgiche emanate a seguito del Concilio Ecumenico Vaticano II, si procedette ad una ristrutturazione del presbiterio e alla edificazione di un nuovo altare che fu poi "dedicato" il 6 dicembre dello stesso anno. Il compito fu affidato all'architetto Giovanni Muzio (1893 - 1982) e sotto la sua guida si procedette anche a un generale restauro del santuario: il raffinato e prezioso tabernacolo in marmo - un tempo al centro dell'altar maggiore - fu collocato al centro della parete sinistra e il pavimento del presbiterio fu arricchito da intarsi policromi in marmo, raffiguranti lo stemma dell'ordine francescano e altri simboli ecclesiali.
     Nell'abside: il coro ligneo dedicato alla preghiera dei religiosi, capace di 42 posti e, al centro, l'organo a tre tastiere e 43 registri (op 718 del 1955) opera della ditta Vincenzo Mascioni di Cuvio (VA).








Tratto da 
Supplemento al bollettino periodico "Sant'Antonio" 
numero 1/2013
in distribuzione presso il Santuario.
      

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